sogno

Di solito salgo sul palco senza sapere la parte. Stavolta non solo non sapevo le battute a memoria, ma non avevo nemmeno letto la trama. Però mi sentivo estremamente sicuro di me, quindi sono entrato in scena tranquillissimo. Quando l’altro attore mi ha lanciato la battuta, io ho esitato un po’. Poi ho guardato la platea e ho detto: “Ok, io non so nemmeno di che cosa parla questo testo. Scusatemi, bisogna che lo spettacolo lo facciamo un’altra volta”.

Poi è arrivato un poliziotto francese e mi ha chiesto i documenti. Non so se li avevo, ho tentennato. Allora lui mi ha detto di seguirlo in bagno perché doveva perquisirmi. In bagno abbiamo trovato un aereo militare pronto al decollo. Ho inventato una scusa e ho fatto tardi. Così l’aereo è partito senza di me. Però c’è salito Luca Cresta! Appena decollato – in verticale, come un astronave – l’aereo è subito precipitato con un’esplosione. E io mi sono detto: ho fregato il poliziotto, ma mi dispiace per Luca.
Poi svariate avventure alla stazione Termini, ero con Beata Golenska sulla strada per Vacone – o forse per Dublino – una macchina ci ferma e ci chiede i danni perché nel sogno precedente l’avevo tamponata. Io protesto che i sogni precedenti non valgono e non gli darò un centesimo. Così quelli dalla macchina tirano fuori uno stendino per i panni e si avvicinano minacciosi. Io salto in macchina e mi dò alla fuga verso la realtà.

Mi sveglio e alzo il dito medio rivolto agli aggressori. Li ho fregati.
Nel sogno c’era anche qualcun altro di voi, ma non mi ricordo chi.

Ad ogni modo sì, le cene pesanti unite alle nottate ventose, fanno questi effetti.

(29 giugno 2017)

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